5 Luglio 2019 Adriano Legacci

Che cos’è il mobbing: la violenza psicologica sul lavoro

CHE COS’E’ IL MOBBING

Il mobbing è una forma di violenza psicologica esercitata sul luogo di lavoro, con la volontà di nuocere ad una persona o un piccolo gruppo di colleghi.

Tale dinamica comporta una grande quantità di stress per la persona, che deve subire ripetuti attacchi, con modalità di volta in volta diverse. Le molestie avvengono quando uno o più dipendenti vengono ripetutamente maltrattati, minacciati, umiliati, trattati violentemente sul luogo di lavoro. Gli aggressori, oppure un singolo aggressore coperto dall’omertà del gruppo, ha l’intento deliberato di ferire la dignità della persona, nuocere alla sua salute e creare, tramite comportamenti di  mobbing,  un luogo di lavoro ostile, che viene alla fine vissuto come molto stressante.

 

 

E’ importante chiarire che il mobbing, per il suo carattere violento, rappresenta una forma particolarmente esasperata ed eccezionale di stress sul luogo di lavoro: a tale proposito l’Accordo Quadro Europeo del 2004  dichiara esplicitamente di non includere nelle problematiche stress lavoro-correlato standard  il fenomeno del mobbing.

 

Il termine mobbing  è stato impiegato per la prima volta da Lorenz nel 1978, per definire il comportamento violento di alcuni uccelli nei confronti degli altri membri del gruppo, al fine di allontanarli dallo stesso, estromettendoli dalle interazioni fra simili.

A partire da questo primo utilizzo, in seguito si è usato il termine mobbing per indicare di volta in volta una violenza, un conflitto, una forma di terrorismo psicologico, bullismo e molestia morale, con profondi effetti di vittimizzazione.

 

Secondo Hirigoyen (2000), il mobbing implica anche aspetti morali e psicologici, è una violenza sul luogo di lavoro non fisicamente agita, ma che intacca la mente e l’integrità psichica della persona che ne è vittima, e che finisce per accumulare una quantità patologica di stress, anche a causa del fatto che tali aggressioni si manifestano in modo ripetuto e sistematico.

 

CHE COS’E’ IL MOBBING: ALCUNI ESEMPI

Ma che cos’è il mobbing nella pratica?

Il mobbing si manifesta sotto forma di qualunque condotta violenta e impropria sul luogo di lavoro, attraverso comportamenti, parole, gesti, atti e atteggiamenti ostili, capaci di arrecare offesa alla personalità, la dignità e l’integrità psico-fisica della persona, degradandone il clima lavorativo, dal quale l’aggressore vuole estromettere la vittima. Gli effetti per l’individuo che subisce tale stressor eccessivo sono l’umiliazione, l’auto-svalutazione, la degradazione e il discredito. Il fine ultimo degli attacchi violenti è di estromettere dal luogo di lavoro il collega-vittima attraverso lo stress estremo del mobbing.

 

I comportamenti di tipo mobbizzante implicano una comunicazione ostile, conflittuale e non-etica, diretta in maniera sistematica ad uno o più individui di un gruppo di lavoro- solitamente sempre gli stessi. La vittima si ritrova in una condizione di inferiorità percepita, si sente indifesa e incapace di fronteggiare il problema. Si crea una profonda asimmetria di potere, non è possibile ricevere aiuto. Le azioni mobbizzanti non sono occasionali e casuali, ma perdurano invece nel tempo e si ripropongono con un’alta frequenza di base.

 

Gli studi a tal proposito definiscono il mobbing come un insieme di aggressioni con frequenza di una volta a settimana per 6 mesi. Dietro la ripetizione delle aggressioni è importante individuare l’intento persecutorio. Attualmente si esclude un legame causale diretto fra lo sviluppo di un episodio di mobbing e le specifiche caratteristiche di personalità della vittima; non ci sono quindi caratteri o personalità esplicitamente predisposte al mobbing, ci sono persone però con meno risorse per farvi fronte. L’aggressore dal canto suo presenta un forte desiderio di dominio, soggiogamento e annientamento, ciò porta il mobbing ad assumere un’intensa carica emotiva, si tratta di una strategia globale che mira all’isolamento e l’esclusione della persona dal luogo di lavoro.

IL RUOLO DELL’ORGANIZZAZIONE

L’organizzazione in tutto questo è quasi sempre silente e co-responsabile. In Italia in particolare è stato rilevato un elevato tasso di conflittualità, che comunque i lavoratori percepiscono come una normale e ineludibile condizione di lavoro. Il mobbing può impattare in maniera significativa anche con la vita privata e familiare: la persona mobbizzata corre il rischio di essere attaccata col tempo anche dalla famiglia stessa.

 

Gli effetti del mobbing sono un’alterazione dell’equilibrio socio-emotivo della persona sul luogo di lavoro e nella vita privata; un disordine generale di carattere psicologico, fisiologico e comportamentale. Vi è la presenza di ansia, disturbi post-traumatici da stress, problemi di adattamento. Purtroppo la vittima subisce anche un calo dell’efficienza, efficacia e produttività lavorativa, aumentano a livello aziendale turn-over e assenteismo.

 

Bibliografia:

Marie-France Hirigoyen, Le Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, 2000, Einaudi Editore.
Konrad Lorenz, Natura e Destino (1978), Ed. Mondadori, 1985.

 

 

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Adriano Legacci

Psicologo Psicoterapeuta. Consulente SEO e web marketing per privati e aziende. Fondatore e proprietario del Network Nazionale di Psicologia "Pagine Blu". Esperto in psicologia aziendale, psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Tiene corsi di formazione e crescita personale per manager e professionisti. Conduce seminari per il Master in "Valutazione, formazione e sviluppo delle risorse umane. Analisi organizzativa e interventi, prevenzione del rischio" presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell'Università di Padova.